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Tasi, detrazioni prima casa per gli inquilini

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La Tasi, nei comuni in cui verrà applicata alle abitazioni locate, non dovrà essere pagata interamente dal proprietario, ma il 10% dell’importo dovrà essere richiesto anche al locatario. Per questo agli inquilini potrà essere riconosciuta una detrazione per abitazione principale.

L’Anci Emilia-Romagna, in una nota diffusa nei giorni scorsi, ha fatto luce sui punti oscuri del nuovo tributo sui servizi indivisibili introdotto dalla L.147/2013. Innanzitutto, la nota boccia a chiare lettere il nuovo balzello, definito un “manifesto politico” volto solo a reintrodurre “sotto mentite spoglie l’Imu sulla prima casa, senza peraltro garantire, non solo lo sforzo fiscale che molti comuni avrebbero avuto col prelievo Imu , ma neanche il gettito perso”. Inoltre, continua la nota, questa reintroduzione poco chiara del prelievo sulla prima casa presenta “evidenti profili di irragionevolezza, indeterminatezza e illogicità, che evidentemente concretizzano profili di illegittimità costituzionale, ai quali si cercherà ovviamente di porre rimedio con la solita sequela di decreti correttivi”.

Tra le tante e aspre critiche, l’Anci emiliana si sofferma proprio sul comma 681 della legge di Stabilità 2014, il quale stabilisce che l’occupante di un’abitazione debba versare una quota compresa tra il 10 e il 30 per cento della Tasi, mentre il resto della somma sarà corrisposta dal proprietario. Quindi se il comune decidesse di applicare la Tasi anche alle abitazioni locate, non potrà fare a meno di applicarla anche agli inquilini, potendo solo decidere come dovrà essere suddiviso il pagamento dell’imposta entro i limiti suddetti tra il proprietario e i locatari ( la discrezionalità del comune si esaurisce nella scelta della percentuale nei limiti fissati). I tecnici Anci sostengono però che agli inquilini possa essere riconosciuta una detrazione per l’abitazione principale, al pari di quella riconosciuta per le prime case di proprietà.

Trai tanti dubbi, rimane irrisolto il caso in cui uno stesso immobile sia posseduto da più soggetti di cui solo alcuni lo occupano. La circolare fa l’esempio di due fratelli comproprietari di un fabbricato che è abitazione principale di uno solo. In questo caso il fratello possessore ma non occupante dovrebbe versare la Tasi e l’Imu sulla sua quota, mentre l’altro la Tasi sul suo 50%, oltre alla quota dello stessa imposta in quanto detentore della metà del fratello. Ma la legge non prevede il pagamento in base della quota di possesso.

Insomma, pur escludendo la possibilità per i Comuni di non applicare la Tasi ai locatari, con questa nota si aprono nuove interessanti prospettive di risparmio per chi è in affitto che, ad oggi, sarebbe chiamato senza via di scampo a corrispondere una parte dell’imposta.

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Redazione

Redazione di Rete Commercialisti