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Fisco, ecco chi torna a pagare con tutte le scadenze da giugno a settembre

Burocrazia 

I contribuenti che per l'emergenza coronavirus hanno avuto una sospensione fino al mese di maggio, dovranno andare alla cassa il 16 settembre, con la possibilità di dilazionare i pagamenti in 4 rate mensili. Ma prima ci sarà da pagare entro il 16 giugno la prima rata dell'Imu, con l'esclusione del mondo del turismo che si è visto abbuonare questa scadenza, mentre alla fine del prossimo mese c'è il normale termine per l'autoliquidazione delle imposte dirette. Il decreto rilancio dà un nuovo e forse definitivo assetto al calendario tributario già stravolto dalla crisi sanitaria ed economica. La notizia positiva per le imprese con fatturato fino a 250 milioni di euro (escluse banche e assicurazioni) è la cancellazione del saldo Irap per il 2019 e dell'acconto della stessa imposta per il 2020 (entrambi dovuti a giugno) che vale circa 4 miliardi di euro. Il prossimo 30 giugno però non cambia nulla per saldo e acconto delle altre imposte dirette, salvo la possibilità di usare senza sanzioni il metodo previsionale invece di quello storico nel caso già si sappia di avere quest'anno un reddito ridotto. Chi vorrà rinviare di un mese l'appuntamento dovrà versare in aggiunta la consueta maggiorazione dello 0,4 per cento.

 

GLI ESCLUSI

Ma intanto il 16 giugno è la scadenza per versare ai Comuni la prima rata dell'Imu: vale per gli immobili residenziali dei privati ma anche per quelli strumentali delle imprese, salvo alberghi, bed and breakfast, agriturismi, campeggi, stabilimenti balneari che possono sfruttare la cancellazione di questa quota del tributo. Per le strutture turistiche viene però posta la condizione che i proprietari siano anche gestori delle attività, limitazione criticata da Confedilizia perché taglia fuori una parte delle imprese interessate.
In estate ci saranno in ogni caso gli ordinari versamenti periodici perché non sono state previste per ora ulteriori sospensioni dopo quelle relative a maggio. E poi tutti coloro che hanno sfruttato una o più possibilità di rinvio dovranno tornare a presentarsi il 16 settembre, potendo anche optare per il pagamento in quattro rate. Questa data riguarda varie categorie di contribuenti: imprese delle zone rosse, quelle dei settori maggiormente colpiti, società sportive, imprese con ricavi fino a 2 milioni e poi le altre che hanno avuto un calo del fatturato, differenziato in base alla dimensione: 33 per cento a marzo e aprile 2020 rispetto agli stessi mesi dell'anno precedente per quelle con ricavi non superiori a 50 milioni, 50 per cento per quelle al di sopra di questa soglia. Nella relazione tecnica al decreto rilancio il governo ha quantificato l'ammontare delle somme sospese tra Iva, ritenute d'acconto sui professionisti e ritenute sul lavoro dipendente: in tutto 20,6 miliardi, che sono in proporzione comunque meno di quelli stimati in occasione dei primi provvedimenti. Questi soldi non hanno effetto sui conti pubblici del 2020 perché appunto dovranno essere versati entro l'anno.

 

LE TASSE DI GIUGNO

Con la fine del lockdown e l’inizio della Fase 2 (qui lo speciale di QuiFinanza) giugno si apre con tutta una serie di appuntamenti fiscali da segnare in agenda. Nello specifico:

- entro il 16 giugno i contribuenti saranno chiamati a versare la prima rata Imu;

- al pagamento di tutte le imposte dirette, comprese quelle sospese o rimandate, si dovrà procedere invece per la fine del mese.

Restano identici i termini per la consueta dichiarazione dei redditi, cui denuncia appunto spetta nel mese di giugno.

 

I VERSAMENTI RINVIATI A SETTEMBRE

Settembre nero invece per tutti quei contribuenti che sono stati esentati dal versamento delle tasse durante l’emergenza sanitaria.

Per contrastare gli effetti devastanti sull’economia causati dal Coronavirus, sono stati sospesi i versamenti di imposte e tasse alle imprese operanti nelle zone rosse, quelle che sono state maggiormente colpite dal lockdown, le società sportive, le imprese con ricavi fino a 2 milioni e tutte quelle che hanno avuto un calo del fatturato (differenziato in base alla dimensione).

La sospensione approvata con il decreto Rilancio, tuttavia, sarà valida fino al 16 settembre, dopo di che tutte le tasse non pagate fino a tale data dovranno essere versate.

Il 30 settembre, invece, il Fisco riprenderà con l’invio delle notifiche delle cartelle esattoriali congelate per il periodo che va da marzo a fine agosto, e con esse l’Amministrazione Finanziaria procederà anche con gli atti di recupero. I pignoramenti su stipendi e pensioni, invece, ritorneranno a pieno regime già a partire dal primo del mese.

Entro il 10 dicembre, in fine, bisognerà pagare le rate della rottomazione ter o conseguenti alla cosiddetta pace fiscale relative a quest’anno.

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Redazione

Redazione di Rete Commercialisti